
Il Metodo
Il Nome

Per chi se lo chiedesse, il nome del metodo, Moghet, è un nome proprio, come Calogero e Beatrice, nato dal linguaggio infantile di mio figlio Martino e scelto perché mi piaceva.
Non è una sigla e va pronunciato come si scrive, senza accento e compresa la T, se non si vuole incorrere nella collera degli dei.
La Storia

Il metodo Moghet si è sviluppato come risposta a una profonda sofferenza fisica e psicologica durata un anno intero. Un problema che non riuscivo a risolvere nonostante la conoscenza e l’esperienza accumulate in oltre vent’anni di lavoro come fisioterapista. La mia incapacità era frustrante e osservare il progressivo impedimento, anche nelle attività più banali, scatenava un turbinio di emozioni. Per assurdo, la soluzione liberatoria e sorprendente è arrivata nel momento in cui mi sono arreso e ho iniziato, semplicemente, ad ascoltare e seguire la volontà del mio corpo. Così è nato il metodo, e con lui una versione rinnovata di me stesso.
Come funziona

Il metodo Moghet insegna ad ascoltare il proprio corpo, a rispettarlo e a fidarsi, in modo analogo a quel che fa un cavaliere esperto con il proprio cavallo.
Il corpo comunica con noi muovendoci o bloccandoci, facendoci male o dandoci piacere. Le azioni spontanee del corpo hanno sempre una loro ragione, nel senso che non sono mai bugiarde perché sono ancorate alla realtà, all’ambiente intorno a noi e alle emozioni dentro di noi. Hanno anche una direzione e un verso ben precisi che sarebbe facile avvertire, se non fossimo costantemente distratti.
Essere in sintonia con i segnali del proprio corpo è il fine del metodo e tutti gli esercizi sono studiati per dirigere e allenare la nostra capacità di sentirli.
Per chi è

Chiunque può provare il metodo Moghet, perché l’approccio è delicato e privo di controindicazioni.
Per praticare sono sufficienti vestiti comodi,
calzini antiscivolo e un tappetino da ginnastica.